La storia di Maria, affetta da gonartrosi e coxartrosi, come è stata guarita dal dr. Lobianco
Io non riuscivo più ad accovacciarmi, a camminare, a scendere le scale, fare un qualsiasi movimento, anche a sedermi a una sedia mi dovevo aggrappare perché non riuscivo a piegarmi. Funzionavo a metà, per metà quindi io non avevo la mia autonomia.
"Dal controllo clinico e radiologico effettuato risultò una doppia problematica. Quella più invalidante al momento è il ginocchio e secondariamente la problematica dell'anca quindi problema di gonartrosi e successivamente di coxartrosi. La regola vorrebbe che si partisse sempre dall'anca, viceversa in questo caso noi avevamo una patologia ad entrambi i lati esattamente il ginocchio destro e l'anca sinistra. Allora siccome la patologia predominante, e quella più invalidante, era quella del ginocchio destro sono partito dal ginocchio destro condividendo insieme questo programma e programmando per un secondo tempo l'intervento all'anca sinistra".
Ho avuto molta ma molta fiducia nel dottore e quindi ho condiviso subito, senza titubanze, con lui che mi facesse all'intervento. Perché sono stati tutti molto gentili, tutti molto cortesi, tutti gli infermieri, tutti quanti, anche quando andai in sala operatoria con l'anestesista. Ti fanno sentire coccolata.
"Come numeri c'è stata un'escalation negli ultimi dieci anni, comunque ci siamo attestati più o meno sui 1500-1800 interventi nell'ultimo anno, anche se comunque i numeri non dicono tutto secondo me e non dicono assolutamente niente, perché è inutile parlare di 400-500 protesi, 200 crociati, 200 menischi e quant'altro. L'importante non è quello che si dà ma e come lo si da, allora il più importante secondo il mio punto di vista è cercare di attuare tutte queste procedure nella maniera più moderna, più tecnologica possibile, ma soprattutto quello di poter far ritornare le persone in piedi nella maniera più veloce possibile e col minor dolore possibile. Per quanto riguarda il gesto chirurgico deve essere, ovviamente compatibilmente con la situazione particolare, situazione di ognuno dei pazienti, il più veloce e ovviamente sicuro possibile. E noi sappiamo benissimo che le protesi non sono eterne però impieghiamo protesi di ultima generazione che tranquillamente possono affrontare quei 15-20 anni, anzi, che sono già ancora dentro le ginocchia dei nostri pazienti senza che siano state riviste".
Tutto quello che non potevo fare prima, i bambini volevano saltare sulle gambe e non era possibile, oppure mettersi sulle spalle, no perché mi fa male e allora diventavo una mezza invalida, invece poi riprendere tutte le stesse cose è una gioia.
“È tornata allo stadio?"
Quando ci stavano le partite alle 15:00 si, la sera mio marito non vuole andare allo stadio e quindi sono costretta a guardarlo in televisione. Diecimila volte grazie dottore, posso camminare grazie a lei.